Tipi strani <=> musica strana

Grampall JookaboxTipi strani arrivano a questo blog. Posso facilmente concepire che a questo mondo esistano ancora adepti del culto della virilità da dance floor di Gepy & Gepy oppure uomini in nero che, fuorviati dall'alunno Proserpio, si dedicano alla letteratura noir francofona piuttosto che correre dietro a Martin Mystere e Java, o, infine, giallisti in erba che non sanno che cazzo vuol dire whodunit. Sono turbato invece dall'esistenza di nostalgici delle medie che navigano alla perenne ricerca della formula magica per scrivere "solo ossi" sulla calcolatrice o di feticisti del faccione di Minoli orfani di Mixer e delle sue leccate a Craxi. Non so se essere contento di sapere che non sono solo su questo pianeta o dispiacermi per il venir meno dell'unicità della mia idiozia. Per risollevarmi un po' il morale ho ricominciato ad ascoltare roba strana durante le sedute di corsa pomeridiane. Ho trovato interessanti in particolare due dischi. Il primo è un disco del 2008, Ropechain di Grampall Jookabox. Ascoltandolo ero convinto si trattasse del lavoro di un gruppo di vari elementi. Invece, grazie al poco che ho trovato su internet, scopro che si tratta di un tizio solo. Una via di mezzo fra un rapper di Chicago e un cajun della Louisiana, solo che è di Indianapolis. La musica è un mix di decine di generi musicali, di atmosfere stranianti (a volte si ha quasi l'impressione di essere nel bel mezzo dell'Africa ad ascoltare del math rock) e di strumenti. Un ascolto rapido lascia l'impressione che il tizio non abbia le idee molto chiare su dove la sua musica vuole andare a parare. Dopo un po' però ti accorgi che alla base c'è un ritmo semplice ma potente, un martellante basso batteria che regge bene le melodie freak di tutto il disco, un esempio di produzione coi controcazzi. Un bel disco, solido e strano.
Dove vogliano andare, invece, lo sanno bene i Fuck Buttons, due inglesini che quest'anno, senza dire niente a nessuno, sfornano un mezzo capolavoro di elettronica: Tarot Sport. Sette pezzoni che suonano tutto quello che di sonoro può venir fuori da un apparecchio elettrico, sibili, ronzii, schioppettii, bzzzz, frrrr e schcrccrr compresi. I richiami agli Animal Collective sono evidenti e ad alcuni potrebbe dare un senso di riascolto, ma l'escalation sonora di ogni pezzo è talmente potente che ti appiattisce ogni percezione e manda il déjà vu a tenere buona compagnia al tuo io represso nel subconscio. Ascoltarli al buio, sul letto, può dare effetti psichedelici non indifferenti. Correre con loro in sottofondo ti porta a confrontarti e a superare i tuoi limiti. Ne sono sicuro, peccato che a me si è scaricato il lettore.

Fuck Buttons – Surf Solar (7” Edit)

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