Così twittò Zarathustra. Falsi come Giuda

Chi usa Twitter da un lato deve fare i conti con il problema di verificare se chi dà una determinata informazione è realmente chi dice di essere, dall'altro ha la necessità di sapere se l'informazione stessa è esatta. Non sono un utente di Twitter da molto tempo ma il fatto che i responsabili abbiano dovuto implementare un servizio di verifica dell'identità di alcuni personaggi famosi mi fa credere che nei pochi anni da quando il servizio è attivo i casi di falsificazione d'identità non siano stati pochi. Ok, mi fa piacere sapere che è il vero Ashton Kutcher a informarmi quotidianamente delle peripezie della moglie, visto che, fortunatamente, al cinema è sparita. Ma cosa succede se un mio arcinemico apre un account con il mio nick da uomo qualunque e comincia a parlar male di altra gente? E se lo fa qualcuno per conto di una ditta contro la concorrenza? Spulciando nelle faq del sito il tema viene trattato in maniera molto blanda. Verificare tutti è impossibile quindi Twitter si limita a mettere a disposizione un form dove richiedere una verifica dell'identità di un utente. Se hanno tempo lo controlleranno.
La rapidità d'uso di Twitter e la possibilità che gli utenti hanno di creare in breve tempo reti molto numerose rischiano però di amplificare queste problematiche creando anche delle criticità. E' esemplare il casino successo durante la prima fase dell'eruzione dell'Eyafallotujil quando, retwit dopo retwit, la bufala della prossimo risveglio anche dell'Hekla, vulcano dal nome più rassicurante ma decisamente più grosso e temibile dell'altro, ha acquisito tanta attendibilità da finire sulle homepage dei più importanti quotidiani. Twit di smentita quasi immediati non sono riusciti ad arginare l'espandersi della virulenta cazzata. E' chiaro che la colpa maggiore di quanto successo è sempre di chi utilizza uno strumento come Twitter male e quindi, in questo caso, dei pseudo-giornalisti curatori dei siti dei loro giornali che considerano la ricerca di conferme ad una notizia una perdita di tempo. Resta il fatto che la struttura di Twitter dovrebbe prevedere sistemi di autocorrezione. Un progetto come Wikipedia affronta quotidianamente questi problemi, subendo continui attacchi da parte di esponenti (ignoranti) dei media tradizionali, ma l'idea stessa che sta alla base del sistema offre la possibilità di ridurre in maniera significativa errori e falsificazioni. Twitter e Wikipedia fanno sicuramente due mestieri differenti ma dall'enciclopedia si può agevolmente estrarre l'idea vincente che ne sta alla base ed applicarla anche ai social network, Twitter compreso. Wikipedia funziona perché l'idea del controllo collettivo sulle informazioni e sulle fonti è efficiente. Certamente non viene garantita la perfezione ma la tendenza al perfezionamento sì. D'altronde Wikipedia ha un vantaggio intrinseco su applicazioni tipo Twitter in tema di contenimento degli errori: è basato su contenuti con dinamica molto bassa, se non nulla, perciò anche gli errori tendono a restare nella pagina che li contengono e non si propagano ad altre voci, almeno non ad una velocità incontrollabile. Corretto l'errore, questo sparisce da Wikipedia. In Twitter questo naturalmente non si può fare, solo l'autore può eliminare un twit errato. Inoltre, nel caso io volessi rispondere ad un twit che dice cose sbagliate, twittando a mia volta, non riuscirei a raggiungere tutti quelli che hanno letto il twit incriminato ma solo i miei follower. Trovare un modo per collegare errore e correzione, per esempio introducendo un sistema di replica slegato al singolo utente ma collegato direttamente al twit, un po' come fa Youtube con i video risposta, sarebbe la soluzione ideale. In questo modo inoltre si potrebbero tenere sotto controllo delle catene di twit su determinati argomenti. Per esempio se la ricerca di un termine mi ha portato ad un twit interessante potrei voler leggere le repliche che quello ha provocato anche tra coloro che non seguo. Sono espedienti già usati da altri ed è auspicabile che i tipi di Twitter prima o poi, come si dice in gergo informatico, li facciano propri o, come si dice in italiano, li copino.
Continua..

Nessun commento:

Posta un commento