Immaginate di trovarvi a q ':jdDYUIdj e di avere bisogno di ujj R per fare Hj'hD. Casa vostra è dietro l'oceano. Dentro ci avete lasciato i vostri affetti e i vostri oggetti: anche il ricordo della teiera sbrecciata e della tazza da tè lasciata in fretta sul tavolo della cucina vi fa struggere di nostalgia. La città che vi ospita invece è indecifrabile e strana come un sogno sognato da altri. Nella sua indescrivibile fauna non riuscite nemmeno a distinguere i mammiferi dai rettili, la flora ha cicli vitali per voi del tutto incomprensibili. Ma il cielo è altissimo e luminoso, solcato dalle rotte di migliaia di allegri volatili e di bizzarri velivoli.
Al contrario, il cielo da cui venite è perennemente oppresso da una caligine grigia in cui serpeggiano inquietanti presenze ostili. É per questo motivo che siete lì, e se volete dare un futuro alla vostra famiglia dovete cercare di comprendere in fretta la nuova geografia, magari con l'aiuto di improvvisati compagni di viaggio.
Non è l'inizio di un romanzo di fantascienza: è la normale condizione del migrante che valica mari e continenti per trovare un luogo dove sentirsi al sicuro. Se non siamo mai riusciti a leggere niente del genere negli occhi degli stranieri incontrati negli aeroporti e nelle stazioni delle nostre città, l'illustratore australiano Shaun Tan ci fornisce una guida per addentrarci nel labirinto di sentimenti degli sradicati di tutto il mondo e di tutti i tempi.
“L'Approdo” (The arrival) è un libro per immagini, silenzioso e simbolico: come nelle comunicazioni tra uomini di culture diverse, ogni gesto diventa parola, ogni significato un dono. Mentre seguiamo le quiete vicissitudini del protagonista, dapprima ci lasciamo frastornare anche noi da quella insostenibile assenza di familiarità, poi un po' alla volta quasi ci abituiamo alla nuova terra fantastica ed alle curiose usanze dei suoi abitanti. Alla fine il mondo “normale” ci sembrerà quasi alieno: tra gli infiniti mondi possibili, solo quello che qualche arbitrio cosmico ha deciso di assegnarci.
Controindicazioni
La lettura provoca un fastidioso effetto collaterale: per qualche ora la vostra città non vi sembrerà più la stessa e farete fatica a comprendere la lingua parlata dalla gente che vi circonda.
Al contrario, il cielo da cui venite è perennemente oppresso da una caligine grigia in cui serpeggiano inquietanti presenze ostili. É per questo motivo che siete lì, e se volete dare un futuro alla vostra famiglia dovete cercare di comprendere in fretta la nuova geografia, magari con l'aiuto di improvvisati compagni di viaggio.
Non è l'inizio di un romanzo di fantascienza: è la normale condizione del migrante che valica mari e continenti per trovare un luogo dove sentirsi al sicuro. Se non siamo mai riusciti a leggere niente del genere negli occhi degli stranieri incontrati negli aeroporti e nelle stazioni delle nostre città, l'illustratore australiano Shaun Tan ci fornisce una guida per addentrarci nel labirinto di sentimenti degli sradicati di tutto il mondo e di tutti i tempi.
“L'Approdo” (The arrival) è un libro per immagini, silenzioso e simbolico: come nelle comunicazioni tra uomini di culture diverse, ogni gesto diventa parola, ogni significato un dono. Mentre seguiamo le quiete vicissitudini del protagonista, dapprima ci lasciamo frastornare anche noi da quella insostenibile assenza di familiarità, poi un po' alla volta quasi ci abituiamo alla nuova terra fantastica ed alle curiose usanze dei suoi abitanti. Alla fine il mondo “normale” ci sembrerà quasi alieno: tra gli infiniti mondi possibili, solo quello che qualche arbitrio cosmico ha deciso di assegnarci.
Controindicazioni
La lettura provoca un fastidioso effetto collaterale: per qualche ora la vostra città non vi sembrerà più la stessa e farete fatica a comprendere la lingua parlata dalla gente che vi circonda.
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