MyDante 2.0

Nel mezzo di una serata senza House ho deciso di affrontare un folle viaggio dantesco nell'inferno di Myspace. Siccome sono più pigro sia dell'Alighieri che di Orfeo, non mi va di fare doppia strada discendendo fino negli abissi per poi risalire. Parto direttamente dal basso. Dagli inferi alla redenzione, solo andata. Con Google è un attimo: ecccomi al cospetto dei Gorefecation gruppo death metal (forse) bulgaro che, forti di un tappeto di chitarre che più metal non si può, possono permettersi di avere un cantante che semplicemente rutta nel microfono. Comunque grandi. Con un nome che neanche il Death Metal Generator buggato avrebbe potuto sfornare.
Ispirato dalle liriche dei bulgari e completamente immedesimato in Dante, pigio il link che mi trasporta sull'alveo dello Stige, per l'occasione sottoforma degli americani Nile. Incuriosito dal milione e passa di anime che questi moderni Caronte hanno fino ad ora traghettato, mi informo su Wikipedia. Scopro che i loro testi "rimandano all’Antico Egitto e ai racconti del ciclo di Cthulu dell’autore americano Howard Phillips Lovecraft". Interessante, mi piacerebbe cercare di decifrare qualcosa tra i gorgoglii gastrici che affliggono il cantante. Altre wiki informazioni: praticano il brutal death metal (che nemmeno sapevo esistesse) e il loro cantante risulta essere tal Karl Sanders che, oltre a soffrire di una grave forma di riflusso esofageo, porta avanti un progetto solista ed ha una propria pagina su myspace che mi appresto a visitare.
Rimango spiazzato. Sonders mi sorprende con sonorità acustiche, chitarre esotiche, tamburi mediorientali e atmosfere melanconiche. Musica che mi fa venire in mente il film Conan il barbaro. Quando Conan e Subotai paragonano le rispettive cosmogonie. Forse nei miti nordici sono confluite anche leggende delle steppe, forse nel metal c'è una vena orientale sopita che ogni tanto emerge, vedi i System of a Down. Esco dall'accogliente tenda ugro-mongola di Karl pensieroso. L'argomento meriterebbe un approfondimento ma devo continuare nel mio viaggio. Tra i link di Sonders vi è il curioso nome di Arash Jafari.
Arash è un percussionista iraniano. Nella sua pagina posso sentire solo due interessanti ma brevi demo per cui mi dirigo subito al sito della band dove suona. Il gruppo prende il nome dal leader Farzad Golpayegani, chitarrista che mescola hard-rock-quasi-metal alla musica tradizionale iraniana. L'esperimento, interessante nelle intenzioni, naufraga nelle velleità chitarristiche del leader che, credendosi il Malmsteen di Persepoli, si intorcola in assoli inutili e obsoleti.
Peccato. Mi dispiacerebbe abbandonare così mestamente la Persia, sia pur virtuale, e l'idea che esista una realtà alternativa a quella che ci viene sempre presentata. Tra i link vedo il bel profilo di una ragazza, si chiama Salome e cliccando scopro in una volta sola: che anche in iran fanno hip hop, che in iran rappano pure le ragazze e che, senza scomodare M.I.A., Salome potrebbe cagare in testa a quasi tutte le rapper italiane. Confortato dal solo fatto che Salome esiste mi sento pronto a sfidare embarghi politici, diffidenze culturali e pregiudizi musicali, perciò faccio un click sul link alla pagina di Q-Tip per continuare aldilà dell'oceano il mio viaggio.

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