La Televisione sulla Radio ritorna a Monte Biscotto

Senza una ragione precisa facciamo o non facciamo molte cose. Così, senza una ragione precisa, ho aspettato parecchio tempo prima di ascoltare questo disco, considerato da molti uno dei migliori del 2006. E che è senza dubbio un capolavoro assoluto, uno dei migliori dischi degli ultimi quattro o cinque anni, destinato a restare nella memoria. Return to Cookie Mountain è il secondo disco dei Tv On The Radio, band newyorkese composta da personaggi usciti da un immaginario out che solo nella grande mela può semprare normale. Intanto sono un quintetto formato da cinque neri e un bianco, con facce come quella del barbuto chitarrista Kyp Malone, aria da jazzista anni cinquanta o da santone della controlcultura black mixato con uno studente del talmud alla Columbia University. Alla voce c’è Tunde Adebimpe, principe in esilio di qualche stato africano, che porta un’incredibile voce soul, capace di viaggiare su falsetti vertiginosi, in mezzo a ritmiche da avanguardia e brusii elettronici. E ci sono una batteria freak zappiana e un basso profondo da new wave anni ottanta impegnati a scheggiare pareti sonore diagonali ed espressioniste: Jaleel Bunton e il multistrumentista Gerard Smith centrifugano poliritmie africane e post punk alla Fugazi assemblando basi sonore assolutamente extraterrestri. Nonostante le premesse, Return to Cookie Mountain non è un disco sperimentale: le sue radici affondano nel terreno del blues e del rock primordiale, incrociando le armonie vocali dei Beach Boys e del Doo wop anni sessanta, i loop e i rumorismi radiofonici dell’Hip Hop di casa Anticon, le cavalcate elettriche, i fiati che viaggiano su modi indiani o sfuggono in frecciate free. A tenere in piedi e far lievitare l’impasto sonoro è il genio di Dave Sitek, occhiali da strizzacervelli e mente da matematico folle, che addensa strati chitarristici e dosa gli ingredienti di questo calderone sonoro straordinariamente diretto anche quando i Tv on The Radio giocano con percussioni semi industriali e brevi tocchi pianistici canticchiando micromelodie soul strappate da qualche 45 giri Stax che stava nei juke box nel 1961.

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