Il Libro Noir del Comunismo

Luca Casarini, già noto come l’onto del signore, No Global di chiarissima fama, arrestato ai quattro angoli del mondo e trattenuto sempre quel tanto che basta per far arrivare la notizia al Manifesto, si è scoperto la vocazione dello scrittore. Visto che in Italia scrivere è il secondo sport nazionale - dopo quello di proclamarsi appassionati di sport di cui non è mai fregato niente solo perché un italiano ha vinto una gara – la cosa non stupisce. Si rimane interdetti a sapere che Casarini ha pubblicato il suo noir (Malet si rivolta nella tomba, Manchette mette su un disco di Miles Davis, Dantec fa scattare il colpo in canna e parte per il Veneto) per Mondadori – cioè per l’odiato Berlusconi. Nell’epoca del No Logo di naomikleiniana memoria anche quello di Casarini è diventato un brand riconoscibile, con la sua barba perennemente mal fatta e l’eccesso sebaceo da Quinta Internazionale. Alla Mondadori lo sanno (e fanno il loro lavoro), Casarini fa finta di ignorarlo (e fa il suo lavoro, anche se non è facile capire quale sia…). La giustificazione, prevedibile e risibile, è qualcosa del tipo “l’ho fatto per raggiungere più gente possibile”. A parte il fatto che avrebbe potuto farne fotocopie e distribuirle nei suoi numerosi raid urbi et orbi, ma viene da chiedersi cosa ne penserebbe il caro Casarini di un esproprio proletario alla Libreria Mondadori con razzia delle numerose copie del suo tomo e successiva distribuzione nei Centri di Permanenza Temporanea per sessioni serali di lettura obbligatoria. Qualcosa mi dice che l’immigrazione cladestina in Italia calerebbe di colpo e che Casarini – camicia bianca e occhiali da strizzacervelli anni cinquanta – verrebbe reclutato dalla CIA per far parlare i prigionieri di Guantanamo. “I’ve Made it to Reach a Larger Audience!”, dichiarerebbe, in inglese stentato, baciando il culo alla mummia del senatore McCarthy.

Nessun commento:

Posta un commento