
Ciò nonostante, i miracoli esistono. Capita di scaricare un mp3 di un gruppo sconosciuto, ascoltarlo e scoprire che vale la pena di recuperare tutto l'album e andare se possibile ai concerti. Mi è successo ultimamente con i gruppi della Riot Maker, con i Faint, i Chevelle. Mi era già capitato con i Grandaddy scoprendo di seguito tutto l'universo indie americano post-Pixies. Beh devo dire che in questi casi la sensazione è diversa. Mi sento proprio come Tenzing sul Sagarmatha. Non importa se Hillary c'era arrivato qualche minuto prima, è comunque una cosa per pochi eletti e questo mi basta.

Eppure, come dice Elio-Zorro, "è una sensazione illusoria, che poco a poco svanisce". Come per Tenzing, che senza Hillary in cima non ci sarebbe mai arrivato, l'elemento esterno seppur minimo è sempre presente. Si tratta sempre di una misteriosa concatenazione di influenze, interessi e ricerche che ci porta a scoprire cose nuove, anche se a volte gli anelli di questa catena sono così sottili da sembrarci invisibili. Faccio un esempio: gli Amari li ho scoperti girando per il catalogo della Riot Maker, che ho sentito nominare solo perchè aveva in catalogo anche gli Ex Otago, che ho ascoltato per la prima volta su Qoob, l'unica tv che trasmetteva i video degli Hot Chip, gruppo prodotto dalla DFA Records, la casa discografica di James Murphy degli LCD Soundsystem. Se non avessi ascoltato Daft Punk playng in my house non avrei mai ascoltato Le gite fuori porta? Boh, chi può dirlo. Ricostruire queste catene è intrigante. Con un minimo di perseveranza ed attenzione potremmo costruire i nostri particolari percorsi di conoscenza. Penso che questi schemi assomiglierebbero molto a delle mappe mentali disorganiche, una sorta di modelli rizomatici (dico bene Alunno Proserpio?) i cui gangli centrali sarebbero comuni a quasi tutte le persone mentre le distinzioni profonde, dovute alla cultura e ai gusti personali, si troverebbero proprio negli elementi più periferici. Probabilmente anche Tenzing e Hillary avevano trovato più divertente salire sulla cima del Sagarmatha piuttosto che piantarci sopra una bandierina inglese.
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