Magia, sangue, amore e morte. Questo è Harry Potter bellezza!

Harry Potter è finito. E' finito più che decentemente per quel che mi riguarda. La Rowling è riuscita a tenere botta fino al settimo libro, chi l'avrebbe detto. Beh qualcuno l'aveva detto, almeno nel mondo anglosassone, e per lo più scrittori di fama come Stephen King e Orson Scott Card. Ma non mi va di partecipare allo schifoso gioco dei critici nostrani, quello di dare importanza ai giudizi. Si tratta solo di aspettative. Dubbi sulla tenuta della saga erano venuti anche a me dopo l'Ordine della Fenice. Un mattone, complesso e a volte noioso. Decisamente troppo lungo. I Doni della Morte, ma soprattutto il Principe Mezzo Sangue, rimettono in piedi la storia fino al suo inevitabile epilogo, spargimento di sangue compreso.
Quella di Harry Potter alla fine è una grande epopea pop, ma non uso questa parola nel senso di pop-art. Quella era arte che utilizzava oggetti, temi e linguaggi propri del mondo che circondava l'artista che li indirizzava verso un'opera tendenzialmente destinata ad un mercato di ricchi, cioè un mondo che la zuppa Campbell la lasciava alla servitù. Il termine pop io lo uso proprio nel senso di popolare, quasi popolano. Quella della Rowling è una letteratura destinata alla fruizione di noi comuni mortali, very normal people. Da questo punto di vista è quasi inevitabile mettere a confronto Harry Potter con l'altra grande saga pop che abbiamo vissuto in prima persona, quella di Star Wars.
In rete si trovano moltissimi siti che notano come ci siano fin troppe rassomglianze tra i personaggi della Rowling e quelli di Lucas. Li cito in velocità: Harry/Luke Skywalker, Ron/Han Solo, Hermione/Leila, Silente/Obi Wan, Tom Riddle/Anakin-Darth Vader, Voldemort/l'Imperatore. Queste somiglianze non sono casuali, sono la conseguenza di quello che rappresentano queste due saghe: sono le nostre favole. Favole come le intendeva Propp, fatte di situazioni e personaggi archetipici che si ripetono, leggermente modificate, con il passare dei secoli. Favole complesse perchè non siamo più disposti ad accettare un mondo in bianco e nero. E sono favole che vendono e fanno diventare ricchi chi le scrive perchè e così che vanno le cose e così devono andare (con buona pace di Lindo Ferretti). Con questo non sto dicendo che le librerie non abbondino di ciarpame letterario. I gusti non si discutono. Quello che voglio dire e che abbiamo bisogno di buona roba pop per andare avanti e se questa ci arriva dalle favole meglio ancora. Concludo perchè devo riattacarmi l'ombra ai piedi, devo volare di corsa fuori dalla finestra e ricordarmi di girare alla seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino.

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