Nuovi strani mondi

Assieme al viaggio nel tempo, al salto in un'altra dimensione ed alla perdita della memoria, l'esistenza di universi alternativi è uno degli artifici narrativi da più tempo utilizzati nel mondo dei fumetti. Marvel e DC hanno prodotto episodi speciali, saghe ed intere serie, ambientati in universi differenti rispetto al nostro o, per meglio dire, alle Terre alternative dove vivono Batman, Uomo Ragno, X-Men e compagnia. Universi che a volte si sovrappongo dando origine agli amati-odiati crossover. Il fenomeno esplose durante i primi anni '80, causa ed effetto di quella bolla speculativa che mise quasi in ginocchio l'industria fumettara americana. Il giudizio dei fan sul moltiplicarsi delle realtà alternative non è mai stato unanime, a chi ringrazia per la quantità di materiale nuovo che può trovare ogni mese in fumetteria si contrappongono da sempre i puritani della continuity che acquistano solo la serie originale. Il tentativo di arginare il fenomeno compiuto con la pubblicazione di Crisis on Infinite Earths e di riportare le testate DC all'interno di una continuity comune si può tranquillamente dichiarare fallito se nel 2005 viene pubblicata la miniserie Infinite Crisis. Restano però le storie. E' indubbio infatti che, anche se l'intento di svuotare il più possibile le tasche dei lettori è palese, queste deviazioni, che possiamo chiamare anche escamotage, hanno fornito nuove possibilità e spunti ancora inesplorati a disegnatori e sceneggiatori di personaggi che apparivano ormai stanchi e appesantiti da situazioni sempre simili e dialoghi ripetitivi.
A memoria mia nei fumetti made in Italy questo espediente non è mai stato utilizzato in maniera sistematica. In Bonellilandia durante le brevi fasi di boom editoriale di una testata la strategia tipica non era quella di esplorare, se non universi, almeno strade alternative ma venivano creati spin off e collane dedicate ai personaggi spalla delle serie principali. Nacquero così Legs Weaverl, Agenzia Alfa, Zona X e una quantità di speciali dedicati a Chico, Miss Angie, Groucho. Storie slegate dalla continuity ma facenti parte dello stesso universo narrativo. Al contrario dell'America, dove obbittivamente hanno esagerato, in casa Bonelli sono sempre andati coi piedi di piombo, timorosi di indisporre il lettore tradizionalista. Nel caso di Martin Mystere si è arrivati al paradosso per cui, in un albo, Martin, Java e Diana sono stati fugacemente catapultati in una strana dimensione e costretti ad assumere uno strano aspetto cartoonesco tutto per collegare alla continuity originale la serie di cartoni per ragazzi realizzata in Francia qualche anno fa. Io non so se Castelli e Recagno tengano veramente in considerazione le lamentele di quei lettori che non accettano il minimo cambiamento o se siano solamente dei perfezionisti nostalgici, gelosi dei loro personaggi e schiavi dell'abitudine tanto da applicare alla lettera il voluminoso manuale dell'immutabilità Bonelli, che si vocifera venga fatto imparare a memoria ai nuovi assunti della casa editrice. Sicuramente devono essere degli estimatori della The Wold Newton Universe Crossover Chronology.
Mi piacerebbe che per contrappasso tutti e due, assieme a Sergio Bonelli, venissero scagliati in un universo alternativo: Castelli, mite professore di storia del giornalismo americano a Princeton, quando indossa il suo cappello a tesa larga si trasforma in un avventuroso archeologo che gira il mondo alla ricerca di antiche reliquie circondato da procaci assistenti; Recagno, questore a Bologna alla fine degli anni '70, coadiuvato da procaci poliziotte combatte una battaglia personale contro i centri sociali e le radio libere, usando il pugno di ferro in particolare contro i rivoluzionari fumettisti del Male; Bonelli è un vecchio papero che, con indosso solo un golfino d'angora, passa le sue giornate a contare e lucidare le sue monete che tiene sigillate in un gigantesco deposito. A parte il becco d'anatra, il resto è reale.
PS: nell'albo allegato all'ultimo speciale estivo di MM Castelli e Recagno si prendo bonariamente in giro e fanno fuggire Martin dalle solite storie e dal solito giubbino.

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