Ladies and gentlemen, the Freaky Boys

L'assolutezza della mia devozione per i Beach Boys non può essere messa in dubbio, visto che periodicamente tormento chi mi sta vicino con i miei panegirici su Pet Sounds e God Only Knows. Sono uno di quelli che ritiene che Brian Wilson sia quanto di più vicino a un genio della musica arrivato su questa terra, con pochi altri a tenergli compagnia. Soprattutto, penso che i Beach Boys abbiano reso una sfumatura emotiva, quella dell'"eterna estate che vorremmo non finisse mai e che però è finita e forse non c'è mai stata" in modo unico e inimitabile.
Detto questo, passiamo alla disamina di questo imbarazzante documento (visibile QUI) che ha portato probabilmente i registi di programmi musicali a stendere alcune regole d'oro, del tipo "non lasciate mai un musicista senza qualcosa da tenere in mano, fosse pure un manico di scopa" e ancora "Vi prego, formate gruppi con persone di altezze omogenee" e "Mai più pantaloni a vita alta in tv".
Signore e signori, benvenuti al circo dei freaky boys. Potete ammirare, da sinistra:
Dennis Wilson: non poteva immaginare che la sua vita si sarebbe conclusa tragicamente, dopo incontri sfortunati con la family di Charles Manson e problemi di alcool e droga. Si dice che fosse l'unico vero surfista del gruppo. Quello che è certo è che il modo in cui percuote le mani lo avvicina a un ebefrenico in preda a una crisi di nervi. Osservatelo bene: ogni tanto finge di unirsi alla strofa o al coro, ma è tutta una finta. E giù di handclapping, pacche sulle cosce e gioiose convulsioni.
Mike Love: stempiato, con l'aria del dottore di un film anni cinquanta. Si distingue per l'irrefrenabile movimento a molla con gamba sinistra a pestare il paraurti dell'auto come per saggiare lo stato delle sospensioni. La leggera curvatura in avanti del busto non contribuisce a dare l'impressione di un'intelligenza particolarmente fulgida.
Brian Wilson: incredibilmente sembra il più normale della combriccola. Poco da dire, se non che i pantaloni che sfoggia sono ancora un must tra i garzoni di pasticceria della California.
Al Jardine: Al si nota poco, ma va detto una volta per tutte: la sua statura lo fa sembrare un bambino affetto da una precoce tendenza alla calvizie e da problemi ormonali. Sembra quello portato in gita per caso, il ragazzino che ha perso i genitori nella folla, uno che non si sa bene cosa ci stia a fare.
Infine Carl Wilson: offuscato dal genio e dal destino maledetto di Brian e Dennis, Carl ha qui la sua rivincita. Nel filmato spicca, oltre che per la statura gigantesca e la testa piccolissima, per il suo contributo alla definizione del termine "pantaloni ascellari". Cerca di interpretare la canzone accompagnandola con gesti sconclusionati che sembrano segnali diretti a qualche passante. Tra un minuto e venti e un minuto e trenta la sua performance lascia esterrefatti, degna di una piece di Pina Bausch.
Ah, dimenticavo, grande canzone.

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