British Trip Power

Un giorno George Orwell e Michel Foucault hanno fatto l’autostop è sono arrivati in un villaggio del Galles (o era Gibilterra, le versioni su questo punto sono discordanti). Si sono guardati attorno e hanno visto giardini rigogliosi e strane costruzioni bianche. Si sono fatti dieci francobolli di acido a testa. Hanno messo su un disco dei Kinks, vestendosi come i protagonisti di Tre Uomini in Barca. Hanno studiato ipnosi e tecniche di controllo mentale. Hanno fatto una seduta spiritica per evocare Lewis Carroll. Hanno imparato a giocare a croquet e guidare biciclette con le ruote enormi. Hanno visto un motoscafo all’orizzonte. Era Hunter S. Thompson che gli portava una vagonata di Polvere d’angelo e di Popper. Salutato Hunter, hanno ripreso a farsi. In mezzo alla roba hanno trovato anche un nastro dei Radiohead. Ascoltato al contrario raccontava i loschi segreti del governo inglese. Polizia della mente e del Karma, agenti doppi, storie che dovevano restare nascoste. Hanno visto Lord Mountbatten saltare in aria sul suo Yacht durante una seduta di magia indiana e Ringo Starr ordire l’agguato a Lennon. Alan Moore gli ha sussurrato all’orecchio la storia di Rorschach e di Ozymandias. Nei rari intervalli tra un trip e l’altro, mentre la palla da croquet si dilatava nella loro mente fino a diventare un gigantesco e minaccioso pallone bianco, hanno scritto una serie televisiva. Si chiamava il Prigioniero.
RIP Patrick McGoohan – Numero Sei.

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