Buoni propositi live per l’estate entrante? Girando la rete le proposte succulente abbondano. Possiamo andare dai Chemical Brothers, pronti a sommergere di pioggia acida e tribalismi etnico danzanti il pubblico pagante in quel di Livorno. Oppure, fra qualche giorno, speriamo che la pioggia sia clemente e che dio sia ancora dio quando dal plat pays della nebbia perenne, dei fossi, dei grigiori minerari e dei maglioni tinta pastello di tin Tin verranno a Jesolo i Soulwax, pronti ad incarnarsi anche nei signori del fritto misto e del culture clash da club trendy, i 2manydjs. Per dire, quelli che hanno mandato a cozzare cose tipo Salt n pepa e Stooges, Sigue Sigue Sputnik e Nirvana, la techno house e i Beach Boys. Poco più in là, grande attesa personale per i Ronin, dei signori che mescolano western morriconiano, lentezza da doom metal acustico, deliri strumentali post rock, ritmi latini, atmosfere da folk song e canti anarchici. La musica ideale per il film su Jesse James: crepuscoli su paesaggi verdeggianti ed eroi vestiti di nero in vecchie foto ingiallite. Poi ci saranno i Mojomatics: dal veneto con furore, garage punk ripescato da qualche compliazione londinese degli anni sessanta-settanta. Musica fuori dal tempo, power rock con melodie contagiose ed elettricità da cripta della provincia inglese o americana. Se venissero dalla Norvegia sarebbero già su tetto del mondo (vedi gli Hives), ma loro preferiscono mettere a ferro e fuoco cantine e locali scalcagnati. Ultima notazione per un concerto visto da poco: dopo ore di attesa e almeno un buon gruppo (i Loud! Saturday, rock molto britannico e pieno di riverberi, da Roma) ho assistito alla venuta dei These New Puritans. Concerto flash, brevissimo (non si sa se per scelta, necessità o scazzo), ma di quelli che rimangono in mente. Elettronica spigolosa a volume assurdo con chitarre post punk e un cantante allampanato vestito con una cotta di maglia a sillabare nenie che ricordano l’hip hop e i proclami di Mark E Smith dei Fall. In certi momenti fanno pensare persino a dei Sigur Ros mandati a 78 giri e incattiviti. Molto trendy (con tanto di biondina agli effetti elettronici, immobile e odiosa), antipatici, ma in grado di impressionare, specie quando in mezzo ai gorghi di break elettronici ci mettono colpi di tamburo solenni e furiosi.
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