Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen e Il Petroliere di P.T. Anderson sono film che si potrebbero vedere il parallelo. Iniziano nel silenzio, film quasi muti. Poi i paesaggi, a inghiottire i personaggi, che si tratti un minatore a caccia d’oro nelle viscere della terra o di un cacciatore di frodo che spara a un gruppo di antilocapre. Il deserto non è a misura d’uomo. E non sono uomini il petroliere magistralmente interpretato da Daniel Day Lewis o il killer impassibile e schizzato impersonato da Javier Bardem. Sono telluriche rappresentazioni da tragedia greca. Eroi del male impastati di terra e sangue, che divorano il mondo come creature d’oltretomba. Si tratta di film senza redenzione, che non hanno paura di perdersi in squilibri da kolossal d’altri tempi (Il petroliere) o di seguire la strada astratta dei western di Anthony Mann e di Peckinpah (Non è un paese per vecchi). Sono comunque film che suggeriscono una riflessione. Dopo una sbornia di cinema post-tutto, pieno di metadiscorsi e di ammiccamenti, si assiste a un ritorno in forze di uno spirito molto anni settanta, nel rigore di immagini che mostrano solo quello che passa davanti alla telecamera, senza troppe acrobazie cinefile. Lo spettatore rimane annichilito o ipnotizzato, viene colpito in faccia o sferzato da colpi di fucile che, silenziosi, sfondano il lunotto di un pick up. Oppure viene sbattutto a terra dalla pesantezza del maglio che scava la terra per cercare l’oro nero. Si potrebbe parlare di un nuovo classicismo alla new hollywood, se non si trattasse di film che mancano di un finale consolatorio. Non è un paese per vecchi e Il petroliere non rimettono a posto le cose, non riordinano niente, non scelgono nemmeno l’epica del nulla stile Mucchio Selvaggio. La ricomposizione è impossibile, rimangono solo uscite di scena, in mezzo al sangue, tra lamiere contorte. E alla fine, il silenzio impassibile del paesaggio sembra quasi un’isola di pace, un momento di silenzio, già in procinto di spezzarsi. Come nella scena di apertura del film dei Coen: l’attesa nel deserto, un colpo di fucile, un cane ferito che si guarda indietro per un attimo. Sembra dire a Josh Brolin (ne è passato di tempo dai Goonies!) di non fare un passo di più, di tornare indietro, prima che sia troppo tardi. Ma tutti sappiamo che quel passo lo farà e che è sempre troppo tardi.
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